Sport e integrazione

Ci siamo, inizia un altro passo verso un progetto di sport e integrazione, questo ancora più importante e difficile. Abbiamo iniziato nel 2013 con Hussein, fuggito dall’Etiopia e diventato nel tempo molto conosciuto in zona, poi lo scorso maggio ci è stato presentato Abu, un ragazzo dal Ghana, da quel momento abbiamo pensato di dare un segnale concreto per aiutare questi ragazzi, così dopo che ci ha fatto conoscere un ragazzo del Gambia, abbiamo preso contatto con un paio di associazioni che seguono questi ragazzi e nel tempo abbiamo tesserato 2 del Gambia e uno del Senegal, ora il gruppo aumenta con altri del Togo, della Costa d’Avorio e della Guinea.

Stiamo facendo tutto con le nostre forze e alcuni compagni di squadra hanno portato scarpe e vestiario usati per farli correre, farlo con 3 o 4 ragazzi è stato agevole, con 10 in più è più complicato. Non ci interessa farli diventare dei campioni, ma aiutarli ad integrarsi attraverso il podismo.

Se qualcuno avesse il piacere di darci una mano, può lasciare del materiale tecnico (maglie a manica lunga e pantaloni lunghi taglie S-M-L) o delle scarpe usate (un paio 38 o 39 e altre dal 43 al 46) presso la nostra tenda alle camminate domenicali oppure presso il negozio Temporun in via Zagabria. Grazie a tutti

gnaroxafrica

Della nostra iniziativa ne parla anche Repubblica, di seguito l’articolo pubblicato sul quotidiano nazionale.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/02/03/news/nasce_la_squadra_multietnica_dei_podisti_africani-157494570/

Bologna, nasce la squadra multietnica dei podisti africani

Da profughi ad atleti, l’integrazione può correre anche in pista, grazie alla società Gnarro Jet che ha procurato loro, con un appello, maglie e scarpette. S’allenano al Baumann, domenica 12 la prima gara a Granarolo

BOLOGNA. La passione per la corsa è il filo rosso che unisce un gruppo di giovani profughi di Gambia, Togo, Costa d’Avorio, Senegal e Guinea, in affido alle associazioni bolognesi Arca di Noè e Piazza Grande. Sono gambe e fiato il loro biglietto da visita, per entrare a Bologna in un team atletico, molto ben accolti.

Pensando che «la corsa fa parte del loro DNA», come dice Gelsomino Sergi, presidente del Gnarro Jet Mattei, la squadra multietnica è stata creata. La guida, appunto, questa guardia giurata di Coopservice in servizio a un ipermercato di via Larga, assieme a Giuseppe Auditore, ex specialista dei diecimila. «Il punto di riferimento è Omar Mohamed Hussein – continua Sergi -, cittadino etiope che nel 2013, dopo cinque giorni su un barcone, arrivò sulle coste italiane. In due anni con i nostri colori è salito nella zona alta della classifica provinciale categoria Elite. Sempre di corsa, fin da bambini, per andare a scuola e tornare, sono atleti naturali, sbarcati per necessità sul territorio italiano, accompagnati da ricordi da cancellare e con la valigia vuota. Maglietta e scarpe sono strumenti indispensabili che spesso non ci sono, e per questo mi sono rivolto ai compagni di squadra per avere materiale anche usato ma in buone condizioni. La risposta è stata ottima, eppure insufficiente, perchè intanto la famiglia s’è allargata. In organico ci sono ora una quindicina di ragazzi fra i 18 e 27 anni».

Così, lanciato l’appello dalla pagina Facebook della società, sono arrivate le adesioni di varie associazioni sportive cittadine, da Passo Capponi a Pontelungo a Sssian di Minerbio. «Adesso – è la soddisfatta sottolineatura – tutti indossano una divisa completa da atleta, anche se una diversa dall’altra». Col loro abbigliamento multicolore arrivano al Baumann, centro sportivo del Quartiere San Donato. «In pista si allenano, due sedute settimanali per affinare la tecnica e imparare a sfruttare al meglio le capacità atletiche. Poi, le sedute sono anche un’occasione di integrazione e un modo, correndo insieme, di imparare l’italiano». Avranno domenica 12, ai 10.000 metri di Granarolo, la prima sfida agonistica e l’affronteranno con la divisa tecnica firmata da Macron. Intanto, anche domani s’allenano. Alzare i giri del motore è il loro modo per tornare a vivere e dimenticare il passato. Di corsa, appunto.

 

 

 

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