Quando arrivi alla Gnarro…Chat, pasticciotti e runner seriali

Quando ho bussato alla Gnarro per chiedere a Gelso se mi prendeva nel suo gruppo, il capitano mi ha posto  un’unica condizione: “Da noi occorre essere un po’ terroni”. E dov’è il problema? Ecco, ci sono, è il mio habitat, mi sono sentito vocato, devoto e subito accreditato.

In effetti la prima sensazione è di trovarsi in un fritto misto con forti suggestioni meridionali: dai pasticciotti di Gelso e ai culargiones di Gianluca fino – come ha postato Andrea su Fb – alle orecchiette con le polpette al sugo, un mix taranto-cagliaritano di larghe vedute.

Cosa c’entra tutto questo con il running? C’entra, è quasi fondamentale. Intanto c’è da dire che non è mai facile lasciare una società. Mi era già accaduto molti anni fa quando passai alla Lolli dall’Om Pianoro, che aveva cessato l’attività. Questa volta è stato diverso, il distacco è stato più sofferto, anche se dettato solo dalla necessità di cambiare.

Nel mio percorso di avvicinamento alla nuova società, il primo e più tangibile segno che la Gnarro stava entrando nella mia vita è stata la chat. Prima ancora di conoscere i singoli atleti, l’approccio è stato con i commenti, lazzi e sollazzi. Chi non l’ha praticata non può capire. Tu cerchi di silenziarla, ma lei ti avvolge e ti chiama come il canto delle sirene. A leggerla si diventa adulti, si lascia l’età dell’innocenza per diventare sgamati. Detta in soldoni si sfanculano tutti e tutto, debordano tette e culi, juventini e sardi sempre sul pezzo.  Un porto di mare dove è lecito provare qualche imbarazzo per le gnarre che ci capitano per caso e tu pensi cosa loro possono pensare..ma è solo un attimo, poi passa tutto.

E poi che dire della liturgia del buongiorno che arriva anche molto prima del giorno e che – per quanto mi riguarda – si associa all’immancabile whapp di Camilla della Pontelungo che alle 7 in punto ti chiede se sei presente all’Arcoveggio. Insomma se si è runner, si comincia dall’alba….e all’alba anche senza post e pasticcini, la gente che corre trova sempre un modo per essere social.

L’altro momento topico è stata la prima lotteria Gnarro, un evento monstre per tutti i gruppi dove si portano a casa oggetti improbabili. Anche in casa Gnarro funziona così, con in più la presenza del notaio-runner che stranamente ha razziato il meglio sulla piazza e Libera che faceva il Giorgio Mastrotta della situazione. Per me un vaso da notte con dubbie ambizioni da design. Uno sgarbo, avrei dovuto ricambiare squadra, ma concedo una prova di appello…

A parte questo, ho trovato un gruppo davvero organizzato anche nei dettagli (abbiamo un book di abbigliamento che fa invidia a Victoria’s Secret) ma soprattutto tanta voglia di divertirsi correndo qui e là in giro per l’Italia. E’ stato importante trovare altri ‘migranti’ che sono sbarcati alla Gnarro alla ricerca di felicità: Nello, Maurizio, Andrea, Sandro e altri…Siamo stati ben accolti, ci sono stati offerti thè caldo, canotta, maglia e pantaloncini e ora un tendone da circo. Ho ritrovato anche l’amico Piero, che me ne vorrà perché gli arrivo in Gnarro in un periodo in cui le nostre sfide (per ora) sono a mio favore.

Non solo runner, però.  Ci sono anche Remo e Silvana, due gentili persone che la domenica mattina accolgono e coccolano i podisti con tanto garbo, offrendo ciambelle e dolci noncuranti della gara che incombe. Insomma manca solo il bacio della buonanotte e poi siamo davvero sold out.

 

 

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