Ti accordi per un fondo lento con gli Gnarri. Perché lo fai? Risposte possibili: sei un giocatore di poker, ami il rischio, sei un runner sadomaso.
Per una di queste ragioni (fate voi qual) lo fai. In chat si tratta sul ritmo: si oscilla fra i 4.50 e i 5 al km. Chiedo assicurazioni, mi fido poco. ‘Tranquillo – dice qualcuno – anche io voglio andar piano’ ed è allora che capisci che Giuda Iscariota ha fatto scuola. Mi lasciano (quasi) carta bianca sull’orario della partenza, ma siccome gli gnarri dormono poco e trombano anche meno mi concedono al massimo le 7.45 ai Giardini Margherita.
Arrivi e lì trovi già tutti schierati e la cosa più bella che vedi è Brenda, la cagnolina di Stefano che tento invano di aizzare contro Gianluca.
Si parte, direzione Casalecchio, invadendo bellamente la pista pedonale sui viali. A Villa Spada la prima sosta pipì. Le prostate non sono più quelle di un tempo. Anche lo zampillio descrive curve misere. Io osservo questo spettacolo chiedendo perché la vita diventa così crudele.
Il ritmo non va mai oltre i 5, ma si corre anche ai 4.50. Per fortuna a Casalecchio le salitelle del Talon e di via Garibaldi ci rallentano un po’. Si discute di argomenti vari, spesso senza capo né coda, come si conviene a soggetti confusi. Il gruppo però si desta quando si incrociano le gentili runner che si sezionano a partire dai lacci delle scarpe.
Si torna. Marco fa l’errore di salutare una sua amica barista. La donna gli chiede un cavallo e poi dice di non aver più vita sociale. Su questi due elementi il gruppo degli gnarri intreccia una narrativa che neppure Hemingway a Cuba…
Costeggiamo l’antistadio. Cerco di intimidire il gruppo con un allungo che mi è costa un fascio di fibre bianche, ma sono Gas e Marcello che intimidiscono me, scatenati. Con Claudio, Marco e Alfio teniamo un’onorevole retroguardia e così arriviamo ai Giardini affrontando la salita che porta ai parcheggio.
Lungo finito. Forse era un medio.. vabbè, quello che era, va benone lo stesso.